Questo articolo che ha lo scopo di sdoganare altri tabù legati alle mestruazioni! In un articolo precedente abbiamo abbondantemente sfatato diversi falsi miti che, nel passato e ancora oggi, gettano un alone di mistero su questo momento fisiologico della vita di una donna in età fertile. Quindi oggi portiamo avanti con fierezza e con un briciolo di divertimento il nostro operato, concentrandoci in particolare sui tutti i modi possibili, e sbagliati, per chiamare le mestruazioni.
Ma prima di cominciare… Perché mai scriverci addirittura un articolo? Sicuramente per riderci un po’ su, ma soprattutto per veicolare il messaggio che le mestruazioni hanno un nome e, a differenza delle armi, non dobbiamo avere paura di usarlo! Usare altri nomi, alcuni proprio errati (e vedremo perché) e altri più simpatici, può essere indice del fatto che le mestruazioni creino ancora imbarazzo, timore, vergogna. Pensate un po’ a Lord Voldemort… Prima che Harry lo affrontasse, veniva sempre chiamato “Tu sai chi” o “Colui che non deve essere nominato”.
Smettiamo però di paragonare Voldemort alle mestruazioni e affrontiamo questo tabù: potranno non starvi simpatiche (e anche qui sarebbe opportuno indagarne il perché), ma non hanno mai ucciso nessuno!
Nobiltà & Chiesa
Alcuni dei nomi con cui ancora oggi vengono chiamate le mestruazioni sono legati con ironia a titoli nobiliari, ad esempio “il marchese”. Il pudore della chiesa cattolica portava invece a chiamarle “la visita da Roma” o “le immonde” ed il loro colore rosso, ricordo del rosso porpora del mantello cardinalizio, ha fatto attribuire loro proprio il titolo di “cardinale”. Ancora, una curiosa leggenda legata a Santa Caterina de’ Vigri narra che il corpo mummificato della donna, situato nell’omonima chiesa bolognese, abbia ancora le mestruazioni, motivo per il quale esse nella città emiliana vengono chiamate “le caterine”.
Guerra & Politica
Esattamente come l’associazione con Lord Voldemort, è la convinzione che le mestruazioni portino morte ad aver affibbiato loro il nome di “Barone Rosso”. Durante la Prima Guerra Mondiale infatti, un pilota tedesco soprannominato in questo modo abbattè numerosi aerei nemici con il suo triplano dipinto di rosso, causando la morte di molti soldati.
Legato invece alla Seconda Guerra Mondiale e alla minaccia di sciagure che si credeva le mestruazioni portassero, è il detto “ è arrivato Pippo”. Non si conosce la tipologia e l’esercito di appartenenza di questo velivolo, ma solitamente il Pippo arrivava di sera e con rumori minacciosi, motivo per il quale questo nome si usava anche per intimorire i bambini (un po’ come l’Uomo Nero… che a pensarci bene Pippo è meno discriminante!).
Infine, come non citare “le comuniste” in onore del color rosso che ha sempre caratterizzato questa appartenenza politica dall’inizio della guerra fredda fino ad oggi.
Mondo Naturale
Quali sono gli ortaggi rossi per eccellenza, usati anche per chiamare le mestruazioni? Ma certo, “I pomodori”! Altri nomi legati al mondo naturale sono “la mia Natura”, “la vendemmia”, “i giorni della rugiada” (se seguite il Signor Distruggere, quest’ultimo vi suonerà familiare!). A ricordo invece di quelli che erano i supporti delle mestruazioni prima di coppette e assorbenti vari, le mestruazioni prendevano il nome di “pezze”, strumento usato per assorbire il sangue mestruale.
A Spasso per l'Italia
Molti nomi variano ovviamente da regione a regione: poco fa, con “le caterine”, abbiamo conosciuto questa usanza di Bologna, che è però patria di un altro nome, il “Giacomino” (la cui motivazione non è nota). In Romagna invece era (o è, fatecelo sapere voi) usanza chiamarle “le mostruose”, nome inquietante tanto quanto “le maledette”, usato dalle donne che non riuscivano a rimanere incinte. Caratteristico dell’Italia centrale è un nome ben più elegante, ovvero i “miei fiori”; tipico invece del Sud Italia è il detto “sono arrivati i cugini/parenti”.
In Giro per il Mondo
I nostri dirimpettai, i Francesi, chiamano le mestruazioni con la solita classe che li contraddistingue: “le fleurs– i fiori” e “la lune– la luna”. L’ultimo nome ci riporta alla mente la forte associazione tra le fasi lunari e le fasi del ciclo ovarico!
L’immagine dei fiori è ripresa anche dagli Inglesi, tuttavia in chiave molto più gotica: “the bloody flowers” significa letteralmente i fiori insanguinati, o forse meglio dire, maledetti.
Invece sempre riprendendo la tematica della guerra, le donne francesi erano solite usare il detto “sono sbarcati gli inglesi”, le donne ungheresi “stanno arrivando i russi” e le donne polacche “ci sono visite dalla zia di Mosca” – e se ve lo steste chiedendo no, non è una barzelletta!
E infine, la nota sobrietà americana – sì perdonatemi ma oggi negli stereotipi ci sto facendo il bagno – si riconosce persino in questo detto legato alle mestruazioni: la mia ciliegia è piena di cherry.
Evergreen
Per concludere, due evergreen che tutti almeno una volta nella vita abbiamo usato: “le mie cose” e “il ciclo”. Se il primo, sotto un’attenta e soprattutto competente analisi semantica (di Maia e vostra), può indicare un senso di appartenenza, affetto ed intimità, il secondo è proprio errato. Il ciclo viene attribuito alle mestruazioni attraverso una sineddoche, figura retorica che indica il tutto per una parte: le mestruazioni infatti non sono che il periodo iniziale di un ciclo mestruale, che però comprende, rispettivamente per ovaio ed endometrio, anche la fase follicolare/proliferativa e la fase luteinica/secretoria.
Sicuramente ci sono tantissimi nomi che non abbiamo citato, e per questo chiediamo il vostro aiuto. Molti di quelli che avete letto sono stati riportati dal libro “Corpi Impuri” di Marinella Manicardi, di cui abbiamo fatto anche una recensione. Vi lascio con uno spunto di riflessione del tutto personale. Avete notato che la maggior parte di questi nomi sono maschili? Forse perché le donne erano considerate così inferiori e impure per dare un nome persino ad un processo fisiologico del loro stesso corpo? Chissà…
A presto, Maia
*pics courtesy of the internet