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Bentornate nella nostra Libreria, che da oggi diventa anche una videoteca! I libri sono fondamentali fonti di informazione e di svago, in grado di creare una cultura a cui è facile appassionarsi… Ma anche i contenuti cinematografici non sono da meno perché, se ben fatti, riescono a trasmettere messaggi e contenuti in maniera divertente e diretta, senza richiedere nessuno sforzo. Quindi Maia, da grande appassionata, ha deciso di dedicare uno spazio anche a film e serie tv relative al mondo femminile, della maternità e più in generale della salute (senza diventare il buon Luciano Onder di Medicina 33, tranquilli).

Entriamo subito nel vivo…

Un pomeriggio in cui avrei dovuto studiare, presa dalla apparente noia, scrollo tra i contenuti di Netflix e vengo colpita dalla copertina di una serie tv, dal titolo Workin’ Moms: quattro donne con i loro rispettivi pargoli, riunite in un cerchio di quella che sembra la sala di uno spazio mamma-bambino o di un’Ostetrica. Quattro donne molto diverse, e lo si capisce già dal fermo immagine in anteprima: Kate, donna apparentemente perfetta e ordinata, dallo sguardo perplesso; Frankie, capello arruffato e aspetto un po’ confusionario, con uno sguardo sconvolto; Anne, con le occhiaie da “secondo figlio” e uno sguardo giudicante; e infine Jenny, mamma bellissima, magrissima e sorridente, a cui le altre tre rivolgono i suddetti sguardi. Super incuriosita, decido di premere play e godermi lo spettacolo… Che dire, divorata in un giorno, ma vediamo insieme perché.

Questa serie canadese, ideata da Catherine Reitman, trasmessa nel 2017 dalla CBC Television e dal 2019 distribuita da Netflix, tratta in modo irriverente ma anche con un pizzico di drammaticità una tematica che sta a cuore a molte di noi donne, mamme e Ostetriche, ovvero il rientro al lavoro dopo il congedo di maternità e la sfida stessa di essere madri lavoratrici. Ma non si ferma solo a questo…

Vi svelo solo la scena iniziale. Kate, Anne e Jenny commentano vicendevolmente la condizione del loro seno post-allattamento, mostrandolo senza vergogna in gruppo di mamme con cui si incontrano dalla nascita dei loro bambini (capite perché la amo?!). La serie ha infatti lo scopo di sdoganare e normalizzare alcune delle problematiche legate alla maternità che ogni donna può vivere, dal seno svuotato e poco sostenuto, alla depressione post-parto e all’aborto. E non spaventatevi se avete letto queste parole, perché è in questo che sta la genialità della produzione: non ci sono molti shows in grado di parlare di argomenti così seri in modo vero e allo stesso tempo divertente, tanto divertente da farti scoppiare in una risata del tutto inappropriata, una risata amara che riesce a innescare riflessioni profonde.

Come avete potuto intuire, le tematiche sono davvero tante e ricoprono i diversi ambiti che una donna, dopo la nascita di un bambino, cerca di tenere in equilibrio: la vita coniugale e sessuale, la vita familiare e, come dice il titolo, la vita lavorativa. Perché sappiamo tutti quanto sia difficile essere una mamma che lavora, una mamma che vuole ritornare a fare quello che le piace e tener vive le sue ambizioni, ma allo stesso tempo non accetta il dover lasciare il proprio bambino a qualcun altro (chiunque esso sia) e perdersi i primi traguardi; proseguire l’allattamento mentre si è al lavoro, tra gli sguardi dei colleghi che guardano imbarazzati tiralatte e macchie di latte sui vestiti; ritrovare una vita sessuale soddisfacente con il proprio partner e rispettare i propri tempi e bisogni; sfidare lo sguardo di altre mamme inorridite perché si è rientrati a lavoro “troppo presto” o perché si è deciso di interrompere l’allattamento; riuscire a conciliare anche le necessità degli altri figli, che spesso con l’arrivo di un nuovo bambino, si sentono trascurati; riconoscere se stessi e le proprie difficoltà, fisiche e mentali, che spesso richiedono un supporto maggiore di quello che ci aspettiamo…

Quindi… Guardarlo o skipparlo?

Assolutamente guardarlo!!! Ce n’è per tutti i gusti. Non troverete solo le mamme, che rimangono comunque le protagoniste, ma ci sono compagni e compagne, nonne, figlie, baby-sitter, datori di lavoro e colleghi, cani… C’è persino una simil Ostetrica, o qualcosa del genere, che però non definirei proprio un modello da seguire, e ci piace anche per questo. Insomma, risulta difficile non riconoscersi almeno un pochino nei personaggi, che riescono a creare un legame empatico con lo spettatore, anche quando compiono azioni del tutto discutibili. Sono proprio le caratteristiche dei personaggi a farci capire che non ci deve essere spazio per il giudizio, né nella serie tv né soprattutto nella vita vera. E forse proprio perché parla di mamme, e le mamme non hanno mai tempo, le puntate durano 20-22 minuti, quindi veloci per chi ha poco tempo a disposizione o per chi invece preferisce finire una serie tv tutta d’un fiato. Per gli appassionati, la serie prevede 3 stagioni da 13 puntate ciascuna (la terza è appena terminata in Canada), ma per ora su Netflix è disponibile solo la prima. Una piccola nota negativa, se davvero vogliamo fare i pignoli e i viziati, è che Netflix la propone in inglese con i sottotitoli, ma da amante dei contenuti in lingua originale, vi posso garantire che solo così si possono cogliere le sfumature più implicite.

Maia spera che questa recensione un po’ diversa vi sia piaciuta e vi abbia stimolato verso qualcosa di nuovo. Non ci resta che augurarvi buona visione!

 

A presto, Maia

 

*pics courtesy of the internet

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