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Per celebrare l’imminente Festa del papà, Maia ha pensato di guidare i neopapà nella scoperta del ruolo paterno in momenti di simbiosi, fisica e emotiva, tra la mamma e il bambino, quali la gravidanza, il travaglio-parto e l’esogestazione (ovvero i 9 mesi che seguono la nascita).

Gravidanza

Iniziamo parlando della gravidanza. Durante questo periodo le emozioni che un papà può provare sono tante, tra cui gioia, felicità e stupore, ma il tutto può essere contornato da una sensazione di ignoto che lo fa sentire un po’ tagliato fuori. La mamma infatti è quella che vive sì le difficoltà di una gravidanza, e che nessun uomo di certo vorrebbe provare, ma è anche colei che sente crescere la vita dentro di sé, è colei che percepisce i movimenti e quindi ha prova della concreta esistenza di questo bambino prima ancora che nasca, creando un contatto unico e profondo con il nascituro. Allora papà come puoi essere il più possibile partecipe all’esperienza della gravidanza?

  • Conosci il tuo bambino: puoi toccare e baciare la pancia, percepire con la guida materna i movimenti, scoprire le diverse parti del corpo del bambino attraverso l’aiuto di un’Ostetrica/o;
  • Fatti conoscere: puoi parlare con il tuo bambino facendogli conoscere la tua voce, cosìcché già nella pancia la possa associare al suo papà e trarne beneficio; puoi cantargli una canzone, e ricorda che, se la canzone sarà sempre la stessa per tutta la gravidanza, il bambino ne avrà memoria persino da adulto;
  • Rendi felice la mamma: gli abbracci, i baci e i momenti intimi di piacere che condividete permettono il rilascio di endorfine nel circolo materno e attraverso la placenta, raggiungono il bambino;
  • Informati: cimentanti in letture più variegate sulla gravidanza, sul parto, sul mondo del bambino (puoi iniziare facendo un salto nella libreria di Maia);
  • Sii partecipe: compatibilmente con il lavoro, sii presente alle visite e alle ecografie, dove sentirai il suo cuoricino e potrai vederlo; puoi frequentare gli incontri di accompagnamento alla nascita (esistono incontri specifici per le coppie) e a casa puoi preparare insieme alla tua compagna il nido che lo accoglierà.

Travaglio & Parto

Ma arriviamo al momento tanto temuto, quello del travaglio-parto. Se in gravidanza regna una sensazione di ignoto, in questa fase è il senso di impotenza a farla da padrone. Vedere la persona che si ama sofferente e vulnerabile non è semplice, soprattutto se si pensa di non poter fare nulla per aiutarla. A volte questo pensiero è così forte e spaventoso, che impedisce di fare qualsiasi cosa, immobilizza a tal punto che si preferisce rimanere in un angolo della sala parto, o persino fuori dalla sala stessa. Per questo reputiamo molto importante vivere insieme i corsi di accompagnamento alla nascita e essere affiancati da un’Ostetrica/o in sala parto: infatti un papà che fa queste esperienze, conosce quello che la mamma sta vivendo e riesce a liberarsi del senso di paura e impotenza, oltre a rendersi soggetto partecipe e co-protagonista del momento nascita. Papà, solo tu conosci intimamente la tua compagna, e questa conoscenza profonda è la chiave per un valido supporto e sostegno durante il parto. Quindi che fare?

  • Non preoccuparti di riuscire a guidare il più veloce (e sicuro!!!) possibile per arrivare in ospedale, il tuo ruolo non è quello di un autista né tantomeno di un pilota di rally;
  • Sii d’aiuto a casa: cerca di capire insieme alla tua compagna qual è il momento giusto per andare in ospedale, cercate di distrarla quando le contrazioni sono ancora deboli, ma fastidiose, preparale un bagno caldo e falle un bel massaggio;
  • Sii partecipe durante il travaglio: non diventare tappezzeria, ma chiedi, anzi pretendi, di essere parte attiva di questa esperienza; ricorda alla tua compagna di bere e di sgranocchiare qualcosa ogni tanto, massaggiala nei punti giusti, che solo tu consoci, permettile di appoggiarsi a te tra una contrazione e l’altra e favorisci il suo riposo, sostieni il peso del suo corpo quando non avrà più forze, aiutala a concentrarsi e dalle grinta quando arriverà il momento di spingere;
  • Se partorirete in ospedale, dalle sicurezza: baciala, accarezzala, falla sentire al sicuro; riproduci una musica da lei gradita e cerca di ricreare il vostro ambiente casalingo. Abbi per lei la forza di una roccia, la delicatezza di un cuscino, lo sguardo di un guardiano.

E per quanto riguarda la relazione con il bambino al momento del parto?

Come scrive Giuliana Mieli in Il bambino non è un elettrodomestico. Gli affetti che contano per crescere, curare, educare, “mentre la madre spinge nella vita il piccolo, e dunque compie un gesto maschile, il padre al momento della nascita ha un ruolo femminile: accoglie il bambino tra le sue braccia, gli offre la prima straordinaria rassicurazione affettiva proveniente dal mondo esterno”.

Il parto infatti è il tempo della nascita di un bambino, ma è anche quello della nascita di una mamma e di un papà, che per primo dimostra al bambino quanto sia valso lo sforzo di essere venuto al mondo.

Esogestazione

E dopo la nascita? Chi ci è già passato saprà che, soprattutto se si opta per l’allattamento al seno, il legame esclusivo della diade mamma-bambino viene ulteriormente rafforzato. Infatti, agli occhi di un padre, l’allattamento può risultare un’esperienza totalmente materna che, come la gravidanza, sembra di nuovo escluderlo. Come vivere quindi il ruolo di padre?

  • Se la mamma allatta al seno, tutela la diade, proteggila dagli attacchi del mondo esterno, supporta e sostieni le sue scelte anche quando questo costa nuova fatica e sofferenza;
  • Se la mamma non allatta al seno, tutela comunque il loro rapporto esclusivo e favoriscilo, ma ogni tanto renditi partecipe, chiedendo di potergli offrire il latte tu stesso;
  • Rendi sano l’attaccamento tra la mamma e il neonato: al rientro dal lavoro offri le tue braccia, crea un contatto pelle a pelle, trova un modo tutto tuo per tranquillizzare un neonato che in braccio alla mamma sembra un demonio; il bambino infatti percepisce la stanchezza materna, e a volte è persino saturo della sua presenza, che sì riconosce come fondamentale per la sua sopravvivenza, ma non come unica;
  • Porta il tuo bimbo in fascia: la fascia infatti ha numerosi benefici per il bambino, tra cui il sentirsi contenuto, e può regalare a voi un momento di bonding, che possa, in piccola parte, farvi recuperare il tempo perduto durante la gravidanza;
  • Ritaglia degli spazi solo vostri: più il bambino crescerà più per lui sarà importante relazionarsi con voi e non solo con la mamma, quindi cantagli la famosa canzone cantata in gravidanza, leggi dei libri (ve ne sono alcuni adatti anche per bambini da 0-3 mesi), uscite a fare delle passeggiate… E perchè no, fagli un bel massaggio! Se non sai come, potresti frequentare un corso di massaggio infantile tenuto dalle Ostetriche della tua zona.

Ricorda che non sei un’appendice della mamma e nemmeno il tuo ruolo si riduce a essere il suo aiutante, tu sei il papà, e per quanto ti toccherà cambiare qualche pannolino, non è su quello che si baserà la relazione con tuo figlio. E anche se ti sembra che nei primi mesi il tuo contributo, in termini relazionali, sia ridotto, sei la figura primaria che permette al bambino di conoscere il mondo esterno, di emergere dalla simbiosi con la madre, per poter vivere una vita tutta sua.

A tal proposito, per concludere, citiamo sempre Giuliana Mieli: “Il padre dunque non è importante soltanto per il suo contributo genetico, è essenziale per il suo ruolo nell’emancipazione del bambino dalla dipendenza. [..] È il terzo rispetto al due della relazione simbiotica, che il bambino scoprirà e riconoscerà come interlocutore preferenziale per i propri passi di crescita. La sua presenza fisica ed emotiva fornirà al bambino il primo spazio di relazione diverso e alternativo a quello della madre: sarà la prima scoperta di un “altro” cui potersi riferire con fiducia, sarà l’ampliamento di un ambito di certezze entro il quale muoversi.”

Questo fiume di parole giunge al termine, ma non prima di aver fatto gli auguri a tutti i fantastici papà del mondo, nuovi e già collaudati! Ricordate che l’unica cosa fondamentale per un bambino è il vostro amore, e se avete quello, allora avete tutto! Buona festa del papà!!!

 

A presto, Maia

 

Credits:

  • Mieli, G., (2010). Il bambino non è un elettrodomestico. Gli affetti che contano per curare, crescere, educare. Universale Economica Feltrinelli.

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