Per quelli di voi che “frequentano” i nostri social, sanno quanto sia importante la prevenzione del tumore della mammella: se ve lo siete persi e siete curiosi, andate sul nostro profilo e troverete ciò che cercate nelle storie in evidenza! La settimana scorsa, infatti, abbiamo visto che cos’è l’autopalpazione del seno, come si esegue e con quali finalità. Oggi invece vorremmo entrare più nel dettaglio riguardo ai controlli necessari per una salute della mammella consapevole.
Ma partiamo dal principio…
Che Cos'è?
Il tumore della mammella (carcinoma mammario) è la formazione di tessuto neoplastico, ovvero costituito da cellule che crescono in modo incontrollato e anomalo, all’interno della ghiandola mammaria. In base a dove è confinato il tumore, avremo differenti stadi:
- Stadio 1: confinato nel tessuto adiposo della mammella;
- Stadio 2: diffuso nelle immediate vicinanze;
- Stadio 3: esteso ai tessuti sottostanti (della parete toracica);
- Stadio 4: diffuso in altre parti del corpo (metastatico).
Inoltre, vi sono diversi tipi di carcinoma della mammella, in base alle caratteristiche delle cellule che lo compongono e in base alla loro velocità di crescita.
Ci Sono dei Fattori di Rischio?
I fattori di rischio individuati sono diversi, alcuni modificabili (come l’obesità, una dieta ipercalorica, una scarsa attività fisica, il consumo eccessivo di alcol e il fumo), altri non modificabili (età tra i 40-65 anni, la familiarità e la predisposizione genetica) e altri ancora legati a fattori riproduttivi (menarca precoce, nulliparità, età al primo parto > 30 anni, menopausa tardiva > 54 anni, contraccettivi ormonali – anche in menopausa –).
Prevenzione Primaria: Stili di Vita ed Esami
Per prima cosa dobbiamo intervenire su tutti quei fattori di rischio modificabili, attraverso una dieta varia ed equilibrata, un’attività fisica regolare (bastano anche i famosi 30 minuti di camminata al giorno) e l’astinenza da fumo e alcol consumato in grandi quantità. Inoltre, vi sono alcuni fattori protettivi come il numero di figli e l’età in cui si rimane gravide (prima avviene, più è basso il rischio), a causa dei livelli inferiori di estrogeni che quindi stimolano meno la ghiandola mammaria, e l’allattamento, che consente alla cellula mammaria di maturare e completare il suo sviluppo.
Per quanto riguarda gli esami da effettuare, è auspicabile iniziare a partire dai 20 anni con l’autopalpazione mensile, da integrare con una visita annuale del seno da un ginecologo competente o da un senologo. L’ecografia invece viene effettuata solo per approfondire sintomatologie riferite dalla paziente, esami senologici positivi, familiarità o predisposizione genetica. Nelle donne più giovani (dai 20 ai 40 anni) infatti si predilige l’ecografia perché il tessuto ghiandolare è più denso e i risultati sono migliori rispetto alla mammografia; mentre dai 40 ai 50 anni l’ecografia va associata a mammografia.
Prevenzione Secondaria: i Test di Screening
Attualmente in Italia, le donne di età compresa fra i 50 a i 69 anni, vengono invitate ogni 2 anni a sottoporsi ad un esame gratuito chiamato mammografia, per ridurre del 35% il proprio rischio di morire per il cancro alla mammella. La fascia d’età è stata scelta in quanto vi si concentra la maggior parte dei tumori al seno. La mammografia è un esame radiografico che consente di visualizzare precocemente la presenza di noduli, non ancora palpabili, che possono essere dovuti alla presenza di tumore. Viene eseguito in due proiezioni, dall’alto e lateralmente, che vengono poi sottoposte ad una doppia lettura, ovvero vengono valutate separatamente da due radiologi. I radiologi che operano nel programma di screening devono:
- Essere dedicati all’attività senologica per almeno il 50% della loro attività;
- Leggere almeno 5000 esami di screening ogni anno;
- Partecipare all’approfondimento delle lesioni identificate mediante screening e alla discussione dei casi clinici nelle periodiche riunioni multidisciplinari;
- Partecipare alla revisione periodica della propria performance (tasso diagnostico, tasso di richiami, revisione cancri di intervallo).
Capite bene che la formazione, la competenza e l’esperienza nel settore fanno la differenza!
Gravidanza e Allattamento
Abbiamo visto che la gravidanza e l’allattamento sono due fattori protettivi contro il tumore alla mammella e che quindi il rischio di insorgenza del tumore è minore, ma rimane comunque molto importante non trascurare il seno, prendendo anche in considerazione le modifiche che esso subisce.
Durante la gravidanza il seno si “prepara” ad allattare: gli estrogeni stimolano la crescita del sistema dei dotti galattofori, il progesterone aumenta le dimensioni degli alveoli e dei lobi e la prolattina favorisce l’aumento di volume della mammella. Anche i vasi sanguigni sottocutanei diventano visibili e aumenta la pigmentazione e la grandezza dell’areola e del capezzolo. Questo significa che durante l’autopalpazione già in gravidanza potremo sentire un tessuto nodulare ancor più rappresentato: risulta perciò fondamentale conoscere a fondo il proprio seno, attraverso un’autopalpazione corretta a partire dai 20 anni, per comprendere le fisiologiche differenze. Per di più, la tensione mammaria caratteristica del primo trimestre e degli ultimi mesi di gravidanza potrebbero rendere l’esame poco piacevole: in questo caso meglio prediligere l’esecuzione dell’esame durante il secondo trimestre (nulla vieta comunque di effettuarlo mensilmente).
Durante i primi mesi di allattamento invece i dotti galattofori sono pieni di latte e vi potrebbero essere linfonodi ingrossati a causa dell’aumentato ritorno linfatico, il che rende difficile una corretta percezione con l’autopalpazione. Ma con il passare dei mesi il seno impara a calibrare la produzione di latte e a diventare via via più morbido e palpabile, soprattutto dopo l’introduzione dopo il 6° mese dell’alimentazione complementare.
In presenza di sospetto diagnostico o in caso di allattamento prolungato è sempre possibile effettuare una visita senologica e un’ecografia, valutata da personale esperto (sia in radiografie che in allattamento); infatti il latte presente nei dotti appare di color bianco opaco e denso, confondibile con un nodulo. Ma questa difficoltà di lettura dell’esame non ci deve scoraggiare dall’esecuzione dello stesso in caso di necessità, perché come esame in quanto tale è sicuro in allattamento.
Maia spera di essere stata esaustiva e di aver soddisfatto ogni vostra curiosità in merito, e come sempre rimane disponibile per qualsiasi domanda!
A presto, Maia
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