Bentornate nella nostra rubrica sulla contraccezione! Oggi parliamo di un metodo contraccettivo che è stato per molto tempo associato esclusivamente alle donne che avevano già partorito: la spirale o IUD (Intra Uterine Device). Insieme vedremo perchè ora non è più così.
Si tratta di un dispositivo di piccole dimensioni a forma di T, che viene inserito nell’utero con l’unico scopo di impedire l’instaurarsi di una gravidanza. Questo è possibile perché la spirale rende difficile la penetrazione e la sopravvivenza degli spermatozoi, oltre a impedire l’annidamento dell’ovocita sulla parete dell’utero. In commercio ne esistono di due tipologie: IUD medicata al progesterone e IUD al rame. In entrambi i casi la sua efficacia è del 99%.
IUD Medicata al Progesterone
È un dispositivo in plastica costituito da una membrana semipermeabile che contiene progesterone. Per questo motivo, una volta posizionata, rilascia nella cavità uterina piccole quantità di ormone che impediscono la fecondazione, rendendola inospitale. Infatti a causa del progesterone l’endometrio diventa particolarmente sottile e non adatto ad accogliere l’impianto dell’ovocita, mentre a livello cervicale la sua azione si esplica mediante l’ispessimento del muco, impedendo la risalita degli spermatozoi. A differenza quindi di altri metodi ormonali, non è il blocco dell’ovulazione ad impedire la gravidanza; in molti casi infatti le dosi di ormone rilasciate sono minime e permettono il mantenimento della funzionalità ovarica. Un altro effetto del progesterone contenuto dentro questa spirale è la graduale riduzione, fino a scomparsa dopo circa 12 mesi, delle mestruazioni.
IUD al Rame
È un dispositivo in plastica circondato da un sottile filo di rame spiralizzato (da cui prende il nome). Questo metallo, rilasciato in piccole quantità, libera i suoi ioni, cambiando la composizione dei fluidi presenti nell’utero e nelle tube, impedendo così la motilità e sopravvivenza degli spermatozoi, oltre ad impossibilitare la fecondazione. In commercio ne esistono di varie forme e dimensioni, adatte a tutte le morfologie femminili.
Modalità d'Uso
La spirale è sempre applicata e rimossa da un ginecologo, successivamente ad una minuziosa visita ginecologica. Infatti, la donna viene sottoposta ad un’adeguata anamnesi, ad una visita manuale, ad un pap-test (se non eseguito nei 3 anni precedenti) per escludere eventuali patologie che la spirale potrebbe diffondere, ed eventualmente un’ecografia interna per valutare la morfologia uterina e la spirale più adatta. A seguito di ciò viene prescritto alla donna un test di gravidanza (da eseguire al domicilio e presentare al ginecologo) che accerti l’assenza di una gravidanza in atto, e l’acquisto della spirale, che verrà posizionata durante la visita successiva in regime ambulatoriale.
La spirale in rame può essere inserita in qualsiasi fase del ciclo mestruale, mentre per quella medicata al progesterone si consiglia l’inserimento nei primi sette giorni del ciclo mestruale per poter essere efficace fin da subito (se inserita in qualsiasi altro giorno, utilizzare un preservativo per i successivi 7 giorni). In entrambi i casi comunque, è ormai buona pratica inserirla durante il ciclo mestruale, poichè l’orifizio uterino interno, il canale cervicale e l’orifizio esterno risultano leggermente svasati, anche nelle donne che non hanno partorito, rendendo meno ostico e doloroso l’inserimento. Il procedimento dura circa 15 minuti, può essere fastidioso/doloroso, ma ormai ci sono spirali in commercio molto piccole e adatte anche a donne che non hanno partorito, in cui il fastidio è sensibilmente ridotto.
Successivamente all’inserimento alcune donne potrebbero percepire dei leggeri crampi, motivo per cui si consiglia l’assunzione di antidolorifici eventualmente anche prima della procedura. Piccoli fastidi e spotting nei giorni successivi sono da considerarsi normali.
Per quanto riguarda il posizionamento, la donna si accorgerà se la spirale è in sede attraverso due fili che sporgono leggermente in vagina (durante il rapporto di solito non vengono percepiti, in quanto opportunamente accorciati dal medico), di cui andrà verificata periodicamente la presenza inserendo un dito in vagina. Benchè sia improbabile che la spirale venga espulsa, questo auto controllo è importante per evitare gravidanze indesiderate. Infatti, dopo un mese dall’inserimento, verrà fissato un appuntamento con il ginecologo per controllare anche ecograficamente il corretto posizionamento e la compliance della paziente. La rimozione, sempre ad opera del ginecologo, può avvenire in qualsiasi momento, in base anche alla tipologia di spirale: la maggior parte ha una durata compresa tra i 3/5 anni, sarà infatti il ginecologo a darvi un cartellino per ricordarvi quando andrà rimossa, da considerare come una “data di scadenza”.
In presenza di perdite vaginali anomale, febbre, intenso dolore addominale e/o pelvico, contattare immediatamente il ginecologo per escludere la presenza di un’infezione che, con la presenza della spirale, si potrebbe evolvere nella malattia infiammatoria pelvica (PID). Infatti, vi sono alcuni casi in cui questo metodo contraccettivo è controindicato, come una MST in fase attiva, PID, fibromi uterini o altre anomalie uterine. In donne con tumore al seno o anamnesi pregressa di tumore al seno, tumore alla cervice, malattia epatica, ateriopatia, cardiopatia o precedente ictus andrebbe evitata la spirale medicata.
Vantaggi
- È indicata in quasi tutte le donne, anche nullipare;
- È discreta, dall’esterno non è possibile scoprirne l’utilizzo;
- È a lungo termine;
- Può essere utilizzata in allattamento (va inserita di norma dopo 6 settimane dal parto);
- Nonostante la sua alta efficacia, è reversibile;
- Non richiede la programmazione/interruzione del rapporto sessuale e non interferisce con le attività quotidiane;
- È un’ottima alternativa nelle donne che non possono assumere estrogeni;
- Ha un costo che può sembrare elevato, ma è molto conveniente data la sua lunga durata;
- Quella in rame non interagisce con altri farmaci;
- Quella in rame può essere utilizzata come contraccezione d’emergenza, se inserita da un medico entro e non oltre i cinque giorni successivi al rapporto non protetto;
- Quella al progesterone è utile nel trattamento della dismenorrea e ipermenorrea.
Svantaggi
- Non protegge dalle malattie sessualmente trasmesse;
- È necessaria una prestazione ambulatoriale ginecologica per l’inserimento e la rimozione;
- Presenta alcuni, e rari, rischi quali danno e perforazione d’utero (meno di 1 donna/1000); PID (meno 1%); espulsione dall’utero (5% dei casi nel primo anno, poi la percentuale si riduce); gravidanza ectopica;
- Quella in rame può causare una mestruazione più abbondante e dolorosa;
- Quella al progesterone, data la riduzione e successiva assenza delle mestruazioni, potrebbe non essere ben accettata dalla donna;
- Quella al progesterone può causare acne, cefalea e tensione mammaria;
- Quella al progesterone è causa, raramente, di cisti ovariche.
Maia anche oggi spera di esservi stata utile ed aver arricchito le vostre conoscenze riguardo questo metodo contraccettivo. La prossima settimana parleremo di metodi naturali, perciò se ancora non abbiamo incontrato le vostre esigenze, rimanete sintonizzate! Per un ripasso degli altri metodi contraccettivi potete sempre partire da questo articolo.
A presto, Maia
*pics courtesy of the internet