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Ben tornati su questi schermi, oggi si conclude il nostro percorso alla scoperta della contraccezione: se vi siete persi qualche articolo, partite da qui!

Il metodo che analizzeremo in questo articolo, la contraccezione d’emergenza, viene così definito perché il suo utilizzo è limitato soltanto a situazioni di rischio conseguenti a un rapporto non adeguatamente protetto, e non può e non deve essere intesa come contraccezione abituale.

Ma quando un rapporto è considerato a rischio? Ad esempio in caso di assenza di utilizzo di un metodo contraccettivo o in presenza di un suo utilizzo scorretto o fallito (p.e. preservativo rotto, pillola dimenticata, cerotto o anello dislocati o rimossi per troppo tempo, assunzione di antibiotici, IUD rimossa o espulsa, impianto sottocutaneo scaduto…); in caso di un rapporto intercorso a partire da 21 giorni dopo il parto (se la mamma non allatta al seno esclusivamente) o a partire da 5 giorni dopo aborto, IVG, gravidanza extra-uterina, revisione della cavità per malattia trofoblastica gestazionale; nel caso di violenza sessuale in assenza di contraccettivo.

E in che cosa consiste? La contraccezione d’emergenza (CE) può essere proposta in due forme differenti: contraccettivi ormonali e dispositivi intrauterini al rame. L’efficacia è dipendente dal momento della loro assunzione o posizionamento, in generale si aggira intorno al 75-99% per un singolo rapporto sessuale a rischio.

Contraccezione Ormonale

La CE ormonale, conosciuta impropriamente come “pillola del giorno dopo”, è una compressa contenente ormoni che va assunta il prima possibile dopo un rapporto considerato a rischio di gravidanza indesiderata. In Italia sono disponibili due pillole differenti, una contiene il progestinico Levonorgestrel e l’altra l’Ulipristal acetato, entrambe da assumere con un’unica somministrazione.

Il loro meccanismo di azione si esplica impedendo la fecondazione: nel caso del Levonorgestrel questa azione è possibile solo quando il rapporto è avvenuto nei giorni precedenti all’ovulazione, mentre se la donna è già in fase ovulatoria si può utilizzare solo l’Ulipristal acetato, che è in grado di posticipare l’ovulazione di alcuni giorni. In generale però se il processo di impianto è già iniziato, entrambi i farmaci non sono efficaci.

Modalità d’uso: Successivamente ad un rapporto considerato a rischio, l’efficacia massima è del 95% se vengono assunti nelle prime 24 ore (in questo arco di tempo, l’efficacia dell’Ulipristal acetato è 3 volte superiore). Più in generale la pillola contenente Levonorgestrel va assunta entro e non oltre le 72 ore dal rapporto non protetto (momento in cui l’efficacia si riduce all’89%), quella contenente Ulipristal acetato po’ essere assunta entro e non oltre le 120 ore (momento in cui l’efficacia si riduce all’85%).

Dopo la loro assunzione, è necessario utilizzare un altro metodo contraccettivo fino alla comparsa delle mestruazioni. Per le donne maggiorenni i farmaci non sono soggetti a prescrizione (ma è opportuno sempre un adeguato counselling per evitare che la causa che ha portato all’assunzione di questo contraccettivo d’emergenza si riproponga in futuro); la prescrizione è invece obbligatoria nelle pazienti minorenni (e in questo caso è doveroso un counselling sui rapporti sessuali protetti e consapevoli).

Vantaggi:

  • Efficaci nella prevenzione di gravidanze indesiderate, se utilizzati correttamente
  • Possono essere utilizzati in allattamento (nel caso dell’Ulipristal Acetato è consigliato però non allattare nelle successive 36 ore)
  • Non hanno effetti sulla futura fertilità
  • In caso di impianto avviato, il Levonorgestrel non ha effetti indesiderati sul feto e non interrompe la gravidanza in corso
  • Non sono vietati in caso di pregresso utilizzo (ma non devono diventare contraccettivi abituali)
  • Non aumentano il rischio di gravidanza extra-uterina
  • Non aumentano il rischio di infarto e tromboembolismo
  • Sono relativamente economici
  • Riducono il numero di interruzioni volontarie di gravidanza

Svantaggi:

  • Non proteggono dalle MST
  • Possono causare dismenorrea, nausea, tensione mammaria e addominale, affaticamento, vertigini, cefalea, astenia, algie pelviche
  • L’Ulipristal Acetato è controindicato in gravidanza, nelle donne asmatiche e in donne con deficit delle lattasi
  • Sono fortemente sconsigliati più assunzioni nello stesso mese
  • Rappresentano una soluzione immediata ma superficiale, poiché vi è il rischio, soprattutto tra i ragazzi più giovani, che venga vista come una scusa per continuare ad avere rapporti sessuali a rischio e allontanarsi da un utilizzo cosciente e consapevole della contraccezione, esponendoli così anche maggiormente alle MST

IUD al Rame

Come sappiamo la IUD al rame agisce cambiando la composizione dei fluidi presenti nell’utero e nelle tube, impedendo così la motilità e sopravvivenza degli spermatozoi e modificando l’endometrio, rendendolo inadatto all’impianto. L’inserimento della IUD entro 48 ore dal rapporto non protetto previene l’insorgenza di gravidanze non desiderata con un’efficacia del 99%, indipendentemente dall’ovulazione poiché appunto va ad agire sulla fecondazione e sull’impianto.

Per le modalità d’uso, vantaggi e svantaggi vi rimandiamo all’articolo dedicato alla spirale.

E con questo la nostra rubrica sulla contraccezione si conclude! Maia spera di avervi fornito tutti gli strumenti necessari per poter scegliere il contraccettivo più adatto a voi in modo consapevole e se avete domande non esitate a contattarci tramite il form o sui social.

 

A presto, Maia

 

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