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Quante volte vi siete sentite dire la frase “il tuo latte è acqua!” o sue varianti, anche peggiori? Bene, se a differenza di Gesù, non vi è possibile tramutare l’acqua in vino, sicuramente non vi sarà nemmeno possibile tramutare il latte in acqua! Nemmeno dopo 2 anni da allattamento… parola di Maia! Ma come smentire tutte queste false dicerie? Come sempre con i dati alla mano.

In questo nuovo articolo vedremo quindi insieme di cosa è fatto il latte materno, perché è così speciale ed importante per il benessere del neonato prima e del lattante poi. Cominciamo ricordando che, come per tutti i mammiferi, la composizione del latte materno asseconda le esigenze di crescita e sviluppo del bambino. Data questa sua ottima capacità di “adattamento” e poiché contiene cellule vive, come i globuli bianchi, è definito un alimento vivo.

Il latte materno è anche un alimento variabile: è diverso per ogni madre, per ogni neonato e per ogni sua fascia d’età, pensate che è diverso anche in base al momento della giornata, aumentando di quantità tra le tre e le cinque del mattino grazie al picco di prolattina, e persino durante una stessa poppata! Ma iniziamo dalle due differenze principali: agli angoli del ring, colostro VS latte maturo.

Il Colostro

Il colostro è definito primo latte, in quanto è prodotto dalle ghiandole mammarie già dalla 20° settimana di gestazione. Ha un colore variabile dal giallo all’arancio, denso e viscoso, ed è così formato per aderire alle pareti dell’intestino del neonato svolgendo quindi una funzione protettiva contro le infezioni. Il colostro ha una composizione particolare e specifica per le esigenze di crescita del neonato nei suoi delicati primi giorni di vita: contiene proteine, vitamine (in particolare vitamina A), sali minerali, bassa quantità di grassi e molti carboidrati (principalmente lattosio), in quanto la sua funzione principale è di permettere la crescita e lo sviluppo del neonato anche al di fuori dell’ambiente uterino.

Insomma, un concentrato di nutrienti che nemmeno il beverone di un campione di pesi massimi potrebbe eguagliare. Ha inoltre un effetto lassativo positivo, in grado di facilitare l’eliminazione del meconio e della bilirubina in eccesso. È altamente digeribile e possiede un elevato potere nutrizionale, ma viene prodotto in piccole quantità (da 7 ml a 14 ml per poppata nelle prime 24 ore), perfettamente compatibili con le dimensioni ridotte dello stomaco di un neonato. I suoi superpoteri non finiscono qui: infatti, possiede fattori di crescita che favoriscono la maturazione dell’intestino, la sua colonizzazione batterica e la prevenzione dalle allergie. E come in un episodio di Siamo fatti così, è ricco di guardiani speciali: i globuli bianchi e gli anticorpi (in particolare IgA secretoria), garanti della prima immunizzazione del neonato.

Latte Maturo

Con una precoce ed adeguata stimolazione del seno nei primi giorni, il colostro inizia a mutare per diventare latte maturo. In questa fase, viene definito latte di transizione poiché possiede caratteristiche intermedie, proprietà immunologiche del colostro e fattori nutritivi del latte maturo. E come accorgersi di questo cambiamento? Il latte a questo punto cambia colore e consistenza, diventando più bianco e opaco e con esso cambia anche il seno, diventando più caldo, pieno e con le venature in superficie: ecco arrivata la montata lattea.

Di Cosa è Fatto il Latte Maturo?

L’acqua ne costituisce l’88%, motivo per il quale il bambino allattato esclusivamente al seno non necessita di un ulteriore assunzione di liquidi. I carboidrati compongono il 7,3% del latte maturo, di cui il principale è il lattosio; esso è la principale fonte di energia a lenta digestione, stimola l’assorbimento di calcio, magnesio, manganese. Inoltre, coadiuvato da altri fattori, si occupa di stimolare i batteri buoni dell’intestino del bambino. I grassi, altra grande fonte di energia, sono presenti al 4,2% e vengono digeriti da un enzima già presente nel latte materno. La tipologia di grassi presenti nel latte materno (acidi grassi polinsaturi a lunga catena) insieme al colesterolo “buono”, sono importanti per la crescita del cervello e lo sviluppo degli occhi. I grassi che troviamo nel latte materno sono gli unici componenti che però dipendono in parte dalla dieta materna. Lo 0,9% è rappresentato da proteine formate da amminoacidi essenziali e importanti per la crescita, di questi il 40% è formato da caseina, una proteina a basso livello di digeribilità, e il restante 60% è costituito da proteine più digeribili, in particolare taurina, immunoglobuline e fattori protettivi utili alla funzione immunitaria.

La quantità di vitamine, al contrario di quello che si potrebbe pensare, non è altissima, anzi… ma è il quantitativo necessario al sostentamento dei sistemi corporei. In alcuni casi, come per la vitamina D, le quantità arrivano a non essere sufficienti per soddisfare i fabbisogni del bambino; la sua supplementazione è indicata solo nei casi di estrema mancanza di esposizione alla luce solare. Invece, per quanto riguarda la tanto discussa vitamina K, la supplementazione è indicata ed è importante già nell’immediato post-partum, come prevenzione di una grave patologia chiamata malattia emorragica neonatale (MEN). Questo anche se, con l’inizio dell’allattamento e conseguente sviluppo della flora intestinale, la vitamina K viene sintetizzata a livello endogeno. Circa lo 0,2% è composto da sali minerali tra cui ferro, calcio, fosforo, sodio e potassio. La dieta materna non ne influisce la concentrazione, in particolare per quanto riguarda il calcio che, se carente, viene prelevato dalle riserve ossee materne garantendone così una quantità costante nel latte materno. Il ferro è presente in piccole quantità, ma è facilmente assorbibile nell’intestino del lattante, grazie alla presenza di fattori di trasporto nel latte materno, quali lattosio e vitamina C.

Infine, anche nel latte maturo i fattori dell’immunità non mancano: distruggono batteri, virus, producono anticorpi e agiscono nella creazione di meccanismi antinfiammatori complessi.

Piatto Ricco... Mi Ci Ficco!

Concludiamo da dove siamo partiti, parlando un’ultima volta della grande variabilità del latte materno. “Il latte varia anche all’interno della stessa poppata” – ok, ma cosa vuol dire?

Immaginate una poppata esattamente come se stesse immaginando un bel pranzo domenicale al ristorante. Come bevande e antipasto avremo il latte iniziale o primo latte, che coincide su per giù con primi tre minuti della poppata: il latte sarà più liquido e biancastro, ricco di lattosio, proteine, minerali e acqua, e per questo atto a garantire un apporto idrico. Il piatto principale e il dolce sono invece rappresentati dal latte terminale o secondo latte, che arriva con il proseguimento della poppata, ed è più denso, bianco opaco e ricco di grassi, fondamentale per un maggior apporto calorico e nutritivo. È importante quindi che, nel limite del possibile, sia il neonato a scegliere la durata della poppata, in base alle sue esigenze di fame e sete.

Sì, avete ragione, Maia questa volta si è dilungata, ma il latte materno è talmente speciale che si merita tutte queste attenzioni! Se avete domande o commenti, lasciateceli pure qui sotto, alla prossima!

 

A presto, Maia

 

Credits:

 

*pics courtesy of the internet

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