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Rieccoci con il secondo ed ultimo articolo dedicato ai farmaci assunti durante l’allattamento. Questo tema ci è sembrato il migliore per concludere con consapevolezza questa Settimana Mondiale per l’Allattamento Materno di questo 2019.

Nello scorso articolo (che trovate cliccando su queste paroline in rosa) abbiamo visto come e dove reperire informazioni corrette e scientificamente validate riguardo la sicurezza e la compatibilità dei farmaci con il latte materno, per evitare di non curarsi (perché ricordiamolo la salute materna è fondamentale) o di sospendere/interrompere l’allattamento al seno senza un valido motivo.

Oggi vedremo insieme come i farmaci passano nel latte materno e cosa fare quando è necessario assumere un farmaco. Interessante vero? Allora continuate a leggere!

Come Avviene il Trasporto dei Farmaci

I farmaci passano nel latte principalmente per diffusione, attraversando le pareti capillari e penetrando nelle cellule alveolari che delinea i microvilli lattiferi.

Il passaggio di un farmaco nel latte dipende dalle diverse caratteristiche del farmaco (emivita, peso molecolare, legame con le proteine, liposolubilità, grado di ionizzazione e farmacocinetica) e dalle vie di somministrazione, mentre la sua concentrazione nel latte materno dipende dalla concentrazione in cui è presente nel sangue materno (più è alta, più passa nel latte materno).

Le Caratteristiche dei Farmaci

Per capirci qualcosa, analizziamo le diverse caratteristiche di un farmaco:

  • Emivita: è un parametro farmacocinetico che indica il tempo necessario perché la concentrazione del farmaco nel plasma si dimezzi. Sono da preferire i farmaci con emivita breve (<3h/12h), che in poche ore vengono eliminati, mentre vanno evitati i farmaci con emivita lunga, (>24h) perché potrebbero con il tempo accumularsi nel sangue del lattante;
  • Peso molecolare: più è basso il peso molecolare di un farmaco, maggiore sarà la probabilità che sia escreto nel latte materno, semplicemente perché le molecole “grosse” attraversano più difficilmente le cellule epiteliali degli alveoli mammari. Tuttavia, le cellule alveolari nei primi giorni dopo la nascita sono più distanti e più permeabili, rendendo facilitato il passaggio anche a molecole più grosse;
  • Legame con le proteine: i farmaci circolano per la maggior parte nel plasma materno legati all’albumina e solo la quota libera passa nel latte; perciò i farmaci con un elevato legame proteico rimangono più facilmente nel plasma materno e hanno basse concentrazioni nel latte;
  • Liposolubilità: ricordiamo che il latte materno contiene lipidi, presenti in alte concentrazioni soprattutto nel colostro. Per questo motivo i farmaci liposolubili (letteralmente che si sciolgono nei grassi) tendono maggiormente a passare nel latte, ma la loro concentrazione dipende appunto dall’intervallo trascorso dal parto (maggior concentrazione nel colostro, più ricco di lipidi);
  • Grado di ionizzazione: per quanto riguarda il pH, un farmaco è “un essere neutrale”. Cosa vuol dire? Il plasma ha un pH medio di 7.4, il colostro di 7.45 e il latte maturo di 7.1; perciò farmaci debolmente acidi tendono a rimanere nel plasma o, in caso del colostro, a passare in esso, mentre farmaci più alcalini tendono invece a passare nel latte materno;
  • Farmacocinetica: per quanto riguarda l’assorbimento, la distribuzione, il metabolismo e l’eliminazione di un farmaco (ovvero la farmacocinetica), è molto importante ricordare che il neonato prima e il lattante poi non è una versione in miniatura di un adulto, e quindi di fronte ad un farmaco potrà assorbirlo più in fretta ed eliminarlo più lentamente. Inoltre, anche l’età gestazionale, lo stato di salute, il peso e l’età anagrafica fanno la differenza: un neonato prematuro ha dei sistemi per l’appunto “prematuri” e il rischio di effetti indesiderati è più alto; un lattante più pesante ha più sangue in cui distribuire il farmaco; un neonato di pochi giorni reagisce diversamente ad un farmaco rispetto ad un bambino di 6 o più mesi.

Le Vie di Somministrazione

Per quanto riguarda le vie di somministrazione, ricordiamo soltanto che diverse vie di somministrazione del farmaco comportano differenti concentrazioni dello stesso nel plasma. Ad esempio, le vie endovenosa e intramuscolare aumentano, rispetto alla via orale, la quota di farmaco presente nel latte.

Quindi cosa fare?

Detto ciò, come comportarsi prima di assumere un farmaco? Come abbiamo ampliamente spiegato nello scorso articolo, è importante valutare la necessità di tale farmaco. Successivamente informarsi da fonti affidabili riguardo la compatibilità di tale farmaco e, se poco compatibile, valutare l’assunzione di un farmaco simile ma più compatibile o la sospensione dell’allattamento con possibilità di mantenere la produzione lattea. Vi ricordiamo infine che solo poche classi di farmaci necessitano l’interruzione dell’allattamento, come i chemioterapici e le sostanze radioattive.

Assunzione del Farmaco

Fatte le dovute premesse, è il momento di assumere il farmaco compatibile in questione. L’assunzione è suggerita subito dopo la fine di una poppata per fare in modo che la madre lo metabolizzi al massimo, ricordando che il picco ematico di un farmaco a bassa emivita avviene tra 1 e 3 ore dall’assunzione orale. Se il farmaco viene assunto una volta al giorno, è consigliabile farlo dopo la poppata che “solitamente” precede un intervallo lungo fra le poppate. Ovviamente, in un’ottica di allattamento a richiesta, questo ultimo step non è molto prevedibile, pertanto è preferibile comunque assecondare le richieste del neonato. Inoltre, poiché nessun un farmaco può essere considerato assolutamente sicuro, è importante monitorare il bambino durante tutto il periodo di assunzione della terapia farmacologica per il possibile rischio di reazioni avverse.

In Conclusione

Vogliamo concludere con due piccole postille:

  1. I prodotti da banco, come le vitamine (ad alte dosi) e i prodotti fitoterapici rispetto ai quali c’è una percezione errata di sicurezza, vanno considerati farmaci a tutti gli effetti e nella maggior parte dei casi sono controindicati;
  2. Il profilo di rischio di un farmaco cambia dalla gravidanza all’allattamento; infatti in gravidanza ci si preoccupa della teratogenicità di un farmaco (capacità di provocare difetti di sviluppo di alcuni organi) mentre in allattamento degli effetti di esso nel bambino. Perciò un farmaco sicuro in gravidanza non è detto lo sia in allattamento, e viceversa.

 

Anche questa settimana Maia spera di avervi fatto scoprire qualcosa di nuovo e di aver chiarito i dubbi in merito alla terapia farmacologica in allattamento.

 

A presto, Maia

 

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